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Vernaccia di San Gimignano …storia di un Borgo e di un Vino

By 1 Febbraio 2018News dai Poderi

Vernaccia di San Gimignano: “ Alla nobile terra alta e turrita del bel San Gimignan facemmo gita… Vernaccia, che danno a bere a chiunque vi giunge  che bacia, lecca morde e picca e punge” cosi scrive Michelangelo Buonarroti il giovane nel 1643 e altre parole non riuscirebbero a sintetizzare meglio ciò che resta impresso nella mente di chi visita San Gimignano per la prima volta!!

Infatti ancora oggi, in tempi di grattaceli, la visione di questa Manhattan Medievale che svetta in posizione dominante sulla Val d’Elsa è ancora in grado di stupire per la sua imponenza e per la sapidità sensuale e talvolta quasi piccante della suo vino: La Vernaccia.

San Gimignano, sarebbe stata fondata da due patrizi in fuga da Roma perché ritenuti responsabili della congiura di Catilina, essi vi costruirono i rispettivi Castelli e prese il nome di San Gimignano solo nel 450 dc quando sopravvisse al passaggio di Attila.

La sua prerogativa di zona d’elezione per la costruzione di dimore continua nei secoli successivi fino a divenire nel XIV secolo quella roccaforte dall’inconfondibile SKYLINE che appare dalla Via Francigena, percorsa dai pellegrini e dagli esiliati politici ai quali la città offriva ospitalità ed un buon bicchiere di vino concedendogli di costruire le loro torri magazzino purchè tenessero una buona condotta per almeno cinque anni .

Per questo nel 1355 a San Gimignano esistevano ben 72 torri simbolo di ricchezza e prestigio per le famiglie che le possedevano.

Oggi il numero delle torri si è ridotto a 15 più due palazzi torre ma San Gimignano ha mantenuto oltre al carattere aperto e accogliente il legame con la sua Uva giunta nella zona attorno al 1200 probabilmente importata dalla Liguria.

Vernaccia di San Gimignano

L’espansione territoriale del vitigno è rapida così come il diffondersi della sua fama, che non sfugge a letterati, poeti , artisti e studiosi che dal XIII secolo le hanno dedicato qualche riga.

Tante le cronache nei secoli successivi che riportano la presenza della Vernaccia di San Gimignano sulle tavole più prestigiose della penisola, non di meno quelle dei Papi!!

Nota la predilezione di Papa Martino IV per la Vernaccia che induce Dante a collocarlo tra i golosi nel Purgatorio e poi a opera di Lorenzo dei Medici detto il Magnifico, abituale bevitore di Vernaccia, anche sulla tavola di Papa Innocenzo VIII.

La Vernaccia è una varietà vigorosa, piuttosto rustica, non particolarmente delicata, eccetto durante la maturazione quando per via della buccia sottile e l’acino grosso può diventare soggetta a Botrytis.

La Vernaccia è un Uva un po’ esuberante, è una pianta che non crea grossi problemi ma richiede impegno affinchè si possano produrre dei buoni prodotti!!

Contrariamente allo Chardonnay bisogna aver cura dei germogli , distribuire i grappoli, spargolare defogliare… insomma la parola d’ordine con la Vernaccia è contenere …solo così si potranno ottenere degli ottimi risultati!!

Nonostante si tratti di una varietà antica la gamma varietale della Vernaccia è sorprendentemente molto ristretta , questo perché il grosso dei vigneti attuali inizia in tempi più recenti.

Infatti agli inizi del novecento c’era solo qualche possidente che ne coltivava poca per curiosità o per gratificare degli amici , non esistevano vigneti specializzati ma solo qualche pianta sparsa in qua e la!

La rinascita comincia negli anni trenta quando Carlo Fregola reggente della Cattedra Ambulante di Agricoltura di Colle Val d’Elsa rinnova alcuni ceppi e inizia a credere nelle possibilità di reimpianto dell’antico vitigno.

La seconda guerra mondiale mette inevitabilmente un freno a tutti i progetti e bisognerà aspettare gli anni sessanta per veder riapparire i primi filari di Vernaccia di San Gimignano!!

Una prima selezione fu fatta solo alla fine degli anni 70 scegliendo campioni da due aziende del territorio con logiche un po’ distanti da quelle attuali privilegiando selezioni che producevano tanta quantità ed elevata predisposizione ai marciumi .

Le selezioni votate alla qualità sono quelle che arrivano negli anni 90, infatti come diceva Madama Rothschild : Ci vogliono almeno 50 anni prima di imparare a far bene un vino!

Tendenze:

La vernaccia quindi è un vino più di sole che di luce, più simile ad un siciliano che a un trentino, gioca la sua partita nella piena maturazione delle uve e sulla sapidità che sono garanzia di longevità e di struttura !!

La Vernaccia non può essere degustata facendo ricorso agli standard di assaggio che insegnano ai corsi perché non spicca né per acidità né per aromaticità è un vino che va valutato sul piano della sapidità !

È un uva che deve Maturare bene è puntare ai 13 gradi di tasso alcolico per avere buoni risultati: quando l’acidità tende a prevalere a dispetto di un’alcolicità contenuta   il corpo del vino appare esile e smagrito.

Il PH infatti è sempre piuttosto basso e anche nelle rare volte in cui appare alto finisce per abbassarsi durante la fermentazione per l’elevata salinità che libera gli acidi: per questo motivo nelle annate più fresche ci si possono aspettare dei gran vini!!

La Vernaccia di San Gimignano regge molto bene il legno e la Riserva è l’espressione migliore di questo vino!!

Per non scomparire una denominazione deve evolvere e crescere con vitalità e salute, con vini destinati a cambiare con il tempo e per farlo deve puntare su ciò che il vino sa sviluppare da sé ovvero sapidità e longevità.

Oggi la tendenza infatti è quella di imbottigliare un anno dopo la vendemmia con una maturazione più spinta del vino.

Da qui a qualche anno  la Vernaccia di San Gimignano non verrà più richiesta d’annata ma di uno o due anni perché questo la identifica e le da valore.

 

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